Metto avanti le mani: raccontare di musica non è una cosa semplice, nel senso farlo bene per riuscire a descrivere al meglio il concerto e il momento, anche se si tratta di un’artista che segui da tempo (da sempre direbbe qualcuno), se conosci e possiedi tutti i suoi dischi e soprattuto se è la quarta volta che la vedi in concerto.

Ma le passioni nascono per essere coltivate, e quindi appena saputo di una sua nuova data in Italia ho preso il biglietto. Era marzo e il 29 luglio mi sono imbarcato per l’Auditorium Parco della Musica di Roma.

Bjork in concerto a Roma dopo ben 7 anni, questo è il ritmo con cui viene a suonare in Italia e quindi è utile abituarsi all’idea, oppure non resta che beccarla in giro per l’Europa (festival?).

Comunque tu già lo sai che questo sarà il concerto per presentare il suo nuovo disco uscito a marzo.
Allora che fai?
Compri il disco e ti prepari all’idea.

Ipotesi:
1) non ascolti il disco sino al concerto, come hai già fatto per Vespertine nel 2001, per scoprirlo suonato live? No troppa fatica e troppa forza di volontà.
2) ascolti il disco sino ad ad impararlo a memoria? No troppo fans.
3) trovi una soluzione di mezzo e provi a riflettere. Troppo saggio.

Questo di Bjork è un disco particolare autobiografico, scritto per raccontare un distacco, una separazione, un dolore da ricomporre. Interessante pensi, ci siamo passati tutti bene o male, e ti incuriosisce come lei abbia descritto, disegnato e raccontato in musica tutto questo, insomma vuoi capire il suo senso delicato dell’abbandono.
Quindi inizi a leggere recensioni, i testi delle track, ascolti pian piano la musica del nuovo disco, quasi centellinando ogni nota. E così arrivi al giorno del concerto.

Il 29 luglio entro nella Cavea dell’Auditorium appena lo permettono, è un posto gradevole, ci si può sedere un pò in attesa che il concerto inizi.

cavea auditorium parco della musica romaColpiscono subito due cose che ti fanno pensare che stasera sarà tutto molto diverso. La prima un testo, un messaggio piuttosto, nel grande schermo disposto alle spalle del palco che recita così: Su richiesta dell’artista vi chiediamo gentilmente di non scattare foto e/o videoregistrare l’evento per evitare di distrarre Bjork. Bjork stessa vi invita a godervi la performance facendone parte invece di essere distratti dai vostri smartphone. Le immagini di questo concerto saranno disponibili sul sito www.bjork.com

Leggi, rileggi e leggi, e il sospetto che ti sale è: non sarà un semplice concerto ma, bensì, uno spettacolo, un grande esercizio artistico di comunicazione? Eppoi, fare parte di qualcosa senza essere distratti da altro, soprattuto strumenti in quel momento inutili, è una bella indicazione, un buon messaggio, preciso, che fotografa culturalmente le nostre ultime generazioni: le distrazioni ci sottraggono dal vivere appieno la nostra quotidianità.
Spengo il mio telefono e lo riposo nella tasca più lontana dei miei jeans.

La seconda cosa che mi colpisce è il palco. Essenziale, quasi scarno. Una postazione con pochi strumenti elettronici, una postazione ritmica e 15 o 16 sedie per ospitare strumenti ad arco. Poche luci, un grande schermo. Una scelta che stupisce perchè Bjork ci ha abituato ad affollare il palco con orchestre, cori, strumenti elettronici, strumenti musicali meccanici, la curiosità aumenta, mi seggo sul mio posto assegnato e aspetto, mentre la cavea inizia a riempirsi.

Puntuale il concerto inizia. Appena i musicisti che accompagneranno Bjork appaiono, parte un semplice applauso, che esplode appena lei si intravede sul palco. Un applauso corposo, composto in crescendo che dura quasi 2 minuti. Mi giro verso il mio vicino di posto e pronuncio le uniche parole del concerto: questo è amore.
Si ho percepito in quel gesto un grande amore una grande emozione affettiva che il pubblico presente regalava all’artista, una sorta di uscita collettiva dal tunnel del dolore che Bjork ci ha raccontano nel suo disco. Ecco mi piace descriverlo così.
Se riesci a dare “amore”, riesci a raccogliere.
Quell’applauso, infatti, raccoglie e libera tutto l’amore che il disco “Vulnicura” contiene nelle sue parole e nella sua musica.

Perchè la musica è un’arte sublime, è immateriale, non si tocca, non si vede, ma riesce ad arrivarti diritto allo stomaco per scatenare forti emozioni.
Questo Bjork riesce a farlo molto bene. Penso di poter affermare che questo concerto è stato un capolavoro di arte moderna.
Perfetto e unico nel suo genere.
Musica, voce, immagini, technology, natura e fuoco, unite in un connubio sensoriale che ti rapisce per tutta la durata del concerto, almeno sino al suo unico bis.

Questo concerto è stato lo showcase di “Vulnicura”.
Bjork ci ha presentato con eleganza e nei tratti fondamentali il suo ultimo album, creando un armonia e sintesi di suoni tra archi, la sua voce, l’elettronica e la sezione ritmica, tutto sempre equilibrato.
bjork-rome-2015-setlistDurante tutto il concerto non si è scostata da questo e la scaletta conferma la mia impressione, scaletta unica del suo tour perchè nelle altre date non è stata mai così “asciutta”.
Lei sul palco concentrata, quasi tesa, come a sentire importante la data e la piazza dell’Auditorium. In verità non l’ho mai vista così tesa sul palco, pochi sorrisi e soprattutto ogni movimento misurato, tradiva un po’ di emozione.
Quindi a chi si aspettava le sue hit, i suoi brani conosciuti e legati al passato, è rimasto deluso. Io sinceramente non lo sono rimasto, perchè non avevo aspettative di nessun genere, un approccio sicuro quando vuoi goderti qualcosa di bello.
Segnalo solo un cosa, per il resto ho fatto una ricerca e vi segnerò in coda al post alcuni video del concerto che ho trovato, la registrazione audio (non di buona qualità) dell’intero concerto e altre cose che man mano riesco ad incontrare in rete.

L’esecuzione e l’arrangiamento del brano “Come to me” (Debut 1993) è la sintesi (secondo me) di tutto il concerto. Il brano (che come contenuti testuali può paragonarsi a “La cura” di Battiato scritta anni prima) è stato suonato come fosse all’interno di “Vulnicura”, suonato come un nuovo brano, trasformato nella sua intensità di pop moderno. Violini, voce, gesti e immagini proiettate alle spalle mi hanno lasciato senza pensieri, svuotato.

 

 

Non c’è altro da raccontare, una volta iniziato il concerto, senza far fatica immediatamente entri dentro lo spettacolo, la performance, la musica e le immagini proiettate e ci resti dentro per alcuni giorni. E’ questa la capacità che la musica di Bjork live riesce a dare: we have emotional need, I wish to synchronize our feelings (Stonemilker 2015).

Luigi Marino. Catania agosto 2015

 

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Fonti e risorse su Bjork Rome 29 July 2015

 

Recensioni
Panorama: Bjork incanta Roma
Huffington Post: Bjork un tuffo nel dolore e poi su ..
Reppublica: Bjork annulla il tour, “troppo tress emotivo”

 

Audio track
Tour documented/recorded by youtube user echorama euterpe, + re-encoded to AAC-M4A [superiour bjˆrklossless sound] by
http://gudmundsdottirbjork.blogspot.com/

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